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Incrociatori Pesanti

di Cristiano D'Adamo


Mentre la classe Trento (Trento e Trieste) era ancora in costruzione, nell’ambito dello Stato Maggiore della Regia Marina si cominciò a manifestarsi del dissenso circa le scelte fatte durante la fase di progettazione. Specificamente, i critici si lamentarono che i nuovi incrociatori, nonostante la grande stazza (10.000 t, come mandato dal Trattato di Washington, detto anche il Trattato delle Cinque Potenze), non erano stati forniti di protezione sufficiente. Essenzialmente, protezione era stata troppo sacrificata a vantaggio della velocità: 35.6 nodi ottenuti durante le prove nel 1929. Nonostante questo, la velocità operativa era limitata a circa 31 nodi.


R.N. Pola.
(Foto Molinari)

La prima classe di incrociatori pesanti, i Trento, così come successivamente gli Zara, erano il risultato di un'ossessione per la velocità che datavo quasi 70 anni prima e che aveva portato le navi italiane ad essere sempre alcuni nodi più veloci delle loro controparti straniere. Si dovrebbe considerare che durante questo periodo la Regia Marina non disponeva di navi di linea operative, e così questi incrociatori pesanti, almeno mentre le vecchie navi da battaglia venivano ricostruite e le nuove sviluppate, rappresentavano il nucleo principale della flotta. Quindi, questi nuovi incrociatori sarebbero dovuti essere equipaggiati di armatura notevole, 200 millimetri, e di cannoni potenti, 203 millimetri (massimo calibro consentito dal trattato).

Avendo ricevuto un tacito consenso dal capo di governo e dall'alta gerarchia della Marina per procedere ad un progetto che avrebbe ecceduto i limiti del trattato sopraccennato, il Comitato Progetto Navi, l'ufficio incaricato delle costruzioni navali, redasse un nuovo progetto. Nonostante i requisiti originali, limitazioni sul peso (dopo tutto c’erano dei limiti all’eccesso) costrinse una riduzione dell'armatura a 150 millimetri per le superfici verticali ed a 70 millimetri per quelle orizzontali. L'armamento principale fu mantenuto a 8 pezzi da 203 millimetri ma l’apparato di propulsione fu ridotto da 150.000 a 95.000 HP. Nonostante questo, la velocità massima durante le prove si aggirò tra i 32.9 ed i 35.2 nodi, mentre la velocità operativa finale era uguale a quella della classe Trento a circa 31 nodi. Questa notevole velocità era principalmente dovuta al fatto che l’apparato motore eccedeva i requisiti disposti dalla specifica di costruzione di ben oltre 23.000 HP. Quindi l’apparato di propulsione di questa classe, malgrado spesso riportato a 95,000 HP, era invece di ben 118,000 HP.

Diversamente dalla classe Trento e successivamente dalla R.N. Bolzano (Trento migliorata), che aveva quattro assi, la classe Zara ne aveva solamente due. Gli Zara erano equipaggiati con otto caldaie del tipo a 3-tamburi Thornycroft, e due gruppi di turbine tipo Thornycroft costruite dalla OTO e connesse a due eliche a tre pale.


R.N. Fiume.
(Foto Molinari)

La regia Marina avrebbe dovuto ricevere un totale di sette incrociatori pesanti che, nonostante la loro differenza di progettazione, avrebbero potuto operare congiuntamente. Il primo dei quattro nuovi incrociatori pesanti di questa classe fu il Fiume (costruito a Trieste), seguito dallo Zara (La Spezia) e poi dal Gorizia e dal Pola (Livorno). Alla classe erano stati dati i nomi delle quattro province nel nordest italiano (Venezia Giulia). Fiume, Pola e Zara erano stati aggiunte al territorio nel 1924, mentre Gorizia era diventata una provincia nel 1927. Dopo la guerra, tre delle province furono incorporate nella Iugoslava ed i nomi cambiati in Rijeka, Pula e Zadar.

Sugli Zara l’armatura sarebbe dovuta essere tale da sostenere colpi di calibro simile a quello delle navi stesse (erano state progettate per il combattimento contro altri incrociatori pesanti), e così si ottennero i migliori incrociatori corazzati nel mondo del periodo. Ciò era un successo importante perché lo standard per molti degli incrociatori del tipo Washington era una cintura armata molto più leggera ed addirittura molto meno armatura per i torrioni e le torrette. I teorici suppongono che una corazzatura da 150 millimetri non sia sufficiente per sostenere l’impatto di un proietto perforante da 203 millimetri; questa teoria non è stata mai testata su queste navi, ma durante la guerra, gli incrociatori britannici più leggeri hanno mantenuto le loro distanze da queste temibili meraviglie d’ingegneria.

Per ottenere questa armatura di qualità superiore, gli Zara erano quasi 2000 t più pesanti del limite disposto dal trattato. Oltre che la cintura corazzata principale, dello spessore massimo di 150 mm, c’erano armature sul ponte principale, i torrioni e le torrette dello spessore massimo di 70 mm. Inoltre, c’erano altre fasce d’armatura: 20 mm sul ponte e 30 mm sulle fasce laterali dello scafo. Quasi nessun altro incrociatore pesante fu mai equipaggiato con due fasce di protezione. Infatti, questo tipo di disegno non era del tipo usato su incrociatori, ma più su navi da battaglia. Un disegno simile fu usato sulle Littorio con l’introduzione di piastre decappuccianti. Naturalmente, questo era soltanto possibile ignorando le limitazioni di trattato sotto i cui limiti altre nazioni avevano costruito i loro incrociatori da 203mm. Soltanto la classe Des Moines ebbe un’armatura più pesante degli Zara, ma queste erano unità di ben 17.000 t. e costruite molto più tardi.


R.N. Zara.
(Foto Molinari)

Nel 1943, l'unica unità sopravvissuta, la R.N. Gorizia, fu colpita da tre bombe lanciate da bombardieri pesanti americani. Il ponte principale resistette alle deflagrazioni e la nave continuò il fuoco antiaereo durante l’intero bombardamento. Questa fu l’unica prova reale dell’efficienza della corazzatura degli Zara perché le altre tre unità furono perse nella battaglia di Matapan in circostanze estremamente insolite.

Gli Zara erano stati dotati dei nuovi cannoni Ansaldo 203/53, modelli 1927 e 1929. Questi cannoni erano superiori ai 203/50 dei Trento per la velocità del tiro ma soffrivano degli stessi problemi di dispersione. Mentre i 203/50 erano stati prodotti dalla Ansaldo sotto accordo industriale con la ditta francese Schneider, i nuovi 203/53 erano un progetto nazionale. La velocità del proietto, originalmente a 930 m/s, fu successivamente ridotta a 900 m/s per risolvere il problema della dispersione, oltre che ad un inusuale usura degli inserti dei cannoni. Quindi, il raggio originale di 31.5 chilometri fu ridotto a 29 chilometri. Ogni torretta conteneva due cannoni ciascuno con un sistema indipendente di caricamento delle munizioni. I cannoni potevano essere caricati mentre l’arma era elevata, così aumentando la velocità di tiro. L'armamento secondario era identico alla classe precedente ed era costituito da 12 cannoni da 100/47 e 2 120/15. Vi erano inoltre 8 mitragliere da 37/54 e 8 da 13.2 mm. In seguito, alcuni dei 100/47s furono sostituiti con 37/54 per la difesa contraerea, ma la/ protezione contraerea in genere rimase alquanto debole.

Quella che sembrava essere stata una scelta dubbia, ossia l’istallazione di una catapulta ed un hangar a prua, era invece un buon compromesso. Dato che i velivoli imbarcati dovevano essere impiegati per missioni d’esplorazione e di assistenza al tiro e non per la difesa, non era considerato necessario dover operare la catapulta mentre i cannoni erano in uso. Inoltre, il lancio degli apparecchi richiedeva la disposizione della nave a vento, manovra questa molto improbabile durante il combattimento. Inizialmente gli Zara ricevettero due idrovolanti Piaggio P6 bis, poi sostituiti da M41, Cant 25AR, M.F.6 ed alla fine (1938) Ro. 43.

Ai tempi della loro costruzione di queste navi, la Marina non disponeva di apparecchiatura radar. Forse il Gorizia ricevette una di queste installazioni del tipo di Gufo nel 1943. Fiume e Zara erano abbastanza simili, mentre il Gorizia aveva il fumaiolo prodiero più alto e più largo. Il profilo del Pola era abbastanza riconoscibile avendo questi il fumaiolo prodiero integrato con la struttura del ponte di comando.

All'inizio del conflitto, questi quattro incrociatori costituivano la 1° Divisione, lo squadrone più importante della Regia Marina. Zara, Gorizia ed Fiume parteciparono alla battaglia di Punta Stilo; Pola, Fiume ed Gorizia alla battaglia di Capo Teulada. Come ben noto, tutti questi incrociatori ma il Gorizia andarono persi durante la battaglia di Matapan. Da allora in poi, il Gorizia fu raggruppato con le unità del classe Trento partecipando a tutti i maggiori sconti e battaglie del Mediterraneo. Dopo il bombardamento americano già citato (10 aprile 1943) il Gorizia lasciò La Maddalena per riparazioni presso l’arsenale della Spezia ma non riprese mai più servizio attivo. Sabotato da un gruppo anglo-italiano di sabotatori, il Gorizia fu trovato, semi sommerso, nel porto della Spezia a termine del conflitto per poi essere smantellato.

Tradotto dall'inglese dall'autore.


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