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Corazzate



Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, in base al Trattato di Washington del 1922, vi fu un periodo di « vacanza navale» durante il quale non solo non furono costruite navi da guerra, ma addirittura, sempre in base a tale trattato, si demolirono alcune unità in servizio o in costruzione, come fece l'Italia con le quattro corazzate della classe Caracciolo, di cui una già varata e le altre impostate. Dopo questo periodo di stasi, quando infine le costruzioni furono riprese si verificò un interessante fenomeno in quanto, anziché costruire nuove corazzate, quasi tutte le Marine procedettero a rimodernare più o meno estesamente quelle costruite negli anni dal 1908-1910 in poi. In generale su tutte queste navi fu cambiato l'apparato motore, modificando conseguentemente i fumaioli e talvolta il numero delle eliche. Su molte fu cambiato l'armamento principale e su quasi tutte quello secondarlo per renderlo più idoneo al compiti antiaerei, con conseguente modifica delle sovrastrutture; su tutte le unità furono installate le moderne centrali per la direzione dei tiro e le catapulte per il lancio di aerei da ricognizione.


R.N. Andrea Doria.

Anche la Marina italiana si adeguò a quello che stavano facendo le altre marine e, nel 1931-32', studiò la radicale trasformazione delle quattro corazzate tipo Conte di Cavour, navi originalmente costruite con l'aiuto di ditte inglesi, trasformazione che fu realizzata in due periodi: dal 1933 al 1937 per Cavour e Cesare e dal 1937 al 1940 per Duilio e Doria. Più che di trasformazione si deve parlare di ricostruzione perché delle vecchie navi si riutilizzò soltanto lo scafo e la corazzatura di murata. Anche lo scafo però fu modificato in quanto ebbe applicata una nuova prora su quella esistente che comportò un aumento di lunghezza di m 10,30 e nell'interno dello scafo fu sistemata la nuova struttura di difesa subacquea tipo Pugliese, che comportò il completo smantellamento di tutte le strutture interne. L'apparato motore originale fu cambiato riducendo il numero delle eliche da quattro a due; l'armamento principale e secondario furono completamente sostituiti, eliminando la torre trinata di cannoni da 305 mm sistemata fra i due fumaioli e tutti i cannoni in casamatta da 152 mm, oltre a quelli da 76 mm in coperta e sulle torri.

Il nuovo armamento fu costituito da 10 cannoni da 320 mm in due torri trinate e due binate; da 12 cannoni da 120 mm in sei torrette binate; da otto cannoni da 100 mm in quattro complessi binati e da armi minori. Furono infine eliminati i tre tubi lanciasiluri fissi e subacquei. Potevano quindi essere considerate navi nuove.

Mentre si procedeva alla ricostruzione di queste quattro vecchie corazzate furono messe allo studio altre unità, le cui caratteristiche dovevano essere le massime consentite dal Trattato di Washington, cioè dislocamento Standard di 35.000 tonnellate e armamento di cannoni da 381 mm, invece che 406 mm, come consentito.

Il progetto fu compilato dal Generale Ispettore dei Genio Navale Umberto Pugliese e nell'ottobre 1934 furono ordinate le due prime unità Littorio e Vittorio Veneto che presero servizio nel 1940. Nel 1938 vennero ordinate le altre due Roma e Impero, ma solo la prima entrò in servizio nel giugno 1942, mentre la seconda fu abbandonata in costruzione nel settembre 1943 e mai ultimata.


R.N. Vittorio Veneto.

Le corazzate della classe Littorio, nome che nel luglio 1943 fu cambiato in Italia, furono le uniche corazzate italiane armate con tre torri trinate sistemate due a prora e una a poppa come nella generalità delle corazzate contemporanee delle altre Marine. Ebbero un apparato motore della potenza di 140.000 cavalli su quattro eliche, mentre le Cavour con 93.000 cavalli, lo ebbero su due eliche. Queste navi per le loro qualità belliche e nautiche stavano alla pari con quelle di analogo dislocamento e armamento delle altre Marine. Purtroppo però non erano fornite di RADAR. Mentre la protezione delle quattro corazzate rimodernate tipo Cavour era rimasta quella originale dei 1914-15, in particolare nella corazzatura delle murate e delle parti inclinate dei ponte di protezione, viceversa sulle quattro nuove della classe Littorio fu adottata una corazzatura più moderna simile a quella adottata da altre Marine, come gli incrociatori da battaglia Hood e le corazzate Inglesi Nelson e Rodney; le navi da battaglia tedesche Graf Spee quelle francesi tipo Rìchelieu e quelle giapponesi tipo Yamato.

La cintura, infatti, non era costituita da piastre verticali, ma da due strati di piastre Inclinate, più sporgenti nella parte alta e più rientranti nella parte bassa, quella esterna di spessore di 350 mm, seguita alla distanza di 600 mm da una corazzetta parallela dello spessore di 36 mm, con funzione di paraschegge. La protezione orizzontale era stata studiata per contrapporsi alle nuove offese delle bombe d'aereo ed era suddivisa su tre ponti. Protezione che però fu inadeguata per impedire alle bombe-razzo degli aerei tedeschi di penetrare nelle parti vitali della corazzata Roma e farla saltare in aria.

Anche la protezione subacquea era stata particolarmente curata sia sul tipi Cavour che sui tipi Littorio, con l'adozione della «struttura ad assorbimento» ideata dal Generale del Genio Navale Umberto Pugliese. Tale struttura era costituita da un grosso cilindro di scarsa resistenza, contenuto in una struttura molto resistente e piena di un liquido che circondava completamente il cilindro più debole. Lo scoppio di un siluro provocava la rottura delle lamiere esterne e la sovrapressione della esplosione si sarebbe così diffusa nel liquido e sulle pareti dei cilindro interno, che, schiacciandosi, doveva impedire la rottura delle paratie interne.

In parte adattato dal libro di Gino Galuppini "Guida alle navi d'Italia", 1982 Arnoldo Mondadori Editore.


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