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Corazzate
Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, in base al Trattato di Washington del 1922, vi fu un periodo di « vacanza navale» durante il quale non solo non furono costruite navi da guerra, ma addirittura, sempre in base a tale trattato, si demolirono alcune unità in servizio o in costruzione, come fece l'Italia con le quattro corazzate della classe Caracciolo, di cui una già varata e le altre impostate.
Dopo questo periodo di stasi, quando infine le costruzioni furono riprese si verificò un interessante fenomeno in quanto, anziché costruire nuove corazzate, quasi tutte le Marine procedettero a rimodernare più o meno estesamente quelle costruite negli anni dal 1908-1910 in poi. In generale su tutte queste navi fu cambiato l'apparato motore, modificando conseguentemente i fumaioli e talvolta il numero delle eliche. Su molte fu cambiato l'armamento principale e su quasi tutte quello secondarlo per renderlo più idoneo al compiti antiaerei, con conseguente modifica delle sovrastrutture; su tutte le unità furono installate le moderne centrali per la direzione dei tiro e le catapulte per il lancio di aerei da ricognizione.
Il nuovo armamento fu costituito da 10 cannoni da 320 mm in due torri trinate e due binate; da 12 cannoni da 120 mm in sei torrette binate; da otto cannoni da 100 mm in quattro complessi binati e da armi minori. Furono infine eliminati i tre tubi lanciasiluri fissi e subacquei. Potevano quindi essere considerate navi nuove. Mentre si procedeva alla ricostruzione di queste quattro vecchie corazzate furono messe allo studio altre unità, le cui caratteristiche dovevano essere le massime consentite dal Trattato di Washington, cioè dislocamento Standard di 35.000 tonnellate e armamento di cannoni da 381 mm, invece che 406 mm, come consentito. Il progetto fu compilato dal Generale Ispettore dei Genio Navale Umberto Pugliese e nell'ottobre 1934 furono ordinate le due prime unità Littorio e Vittorio Veneto che presero servizio nel 1940. Nel 1938 vennero ordinate le altre due Roma e Impero, ma solo la prima entrò in servizio nel giugno 1942, mentre la seconda fu abbandonata in costruzione nel settembre 1943 e mai ultimata.
La cintura, infatti, non era costituita da piastre verticali, ma da due strati di piastre Inclinate, più sporgenti nella parte alta e più rientranti nella parte bassa, quella esterna di spessore di 350 mm, seguita alla distanza di 600 mm da una corazzetta parallela dello spessore di 36 mm, con funzione di paraschegge. La protezione orizzontale era stata studiata per contrapporsi alle nuove offese delle bombe d'aereo ed era suddivisa su tre ponti. Protezione che però fu inadeguata per impedire alle bombe-razzo degli aerei tedeschi di penetrare nelle parti vitali della corazzata Roma e farla saltare in aria. Anche la protezione subacquea era stata particolarmente curata sia sul tipi Cavour che sui tipi Littorio, con l'adozione della «struttura ad assorbimento» ideata dal Generale del Genio Navale Umberto Pugliese. Tale struttura era costituita da un grosso cilindro di scarsa resistenza, contenuto in una struttura molto resistente e piena di un liquido che circondava completamente il cilindro più debole. Lo scoppio di un siluro provocava la rottura delle lamiere esterne e la sovrapressione della esplosione si sarebbe così diffusa nel liquido e sulle pareti dei cilindro interno, che, schiacciandosi, doveva impedire la rottura delle paratie interne. In parte adattato dal libro di Gino Galuppini "Guida alle navi d'Italia", 1982 Arnoldo Mondadori Editore. |
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