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22 maggio, 1941

di Andrea Piccinotti

La notte del Lupo: la decisiva azione della torpediniera Lupo.

Genesi

I piani tedeschi per l'occupazione di Creta furono pronti per la fine dell'aprile del 1941, l'assalto all'isola sarebbe stato di compito esclusivo della Lufwaffe e dei suoi paracadutisti che avrebbero occupato gli aeroporti nemici da dove sarebbe poi giunta la 5° Divisione di alpini tedeschi che avrebbero portato a termine la conquista dell'isola; in questo piano si lasciava poco spazio all'esercito tedesco tanto meno se ne lasciava alle forze armate italiane, tuttavia quando ci si rese conto ( pochi giorni prima dell'inizio delle operazioni ) che il piano originario dipendeva troppo dall'assalto e dalla sorpresa iniziali i generali tedeschi corsero ai ripari e organizzarono alcuni sbarchi secondari di alpini sulle coste di Creta e chiesero l'appoggio della Regia Marina per dirigere, non per scortare perché la Luftwaffe avrebbe affondato qualsiasi nave che si fosse avvicinata a Creta, sull'isola i convogli dei piccoli caicchi carichi di soldati.

La Regia Marina aveva in quel momento in Egeo scarse forse e destinò all'operazione la 1° e la 16° Sq Tp, 4 Mas e 13 dragamine oltre ad alcuni sommergibili in agguato nei dintorni di Creta. Il 19 maggio uno di questi convogli salpava dal porto del Pireo, era composto da 21 barche, ma 7 dovettero tornare indietro per avarie varie, che trasportavano 2.331 uomini del III/100° Gebirgjaeger e artiglieri della Lufwaffe; per la sua protezione era stata predisposta la Tp Sirio che ebbe però un seria avaria all'elica di dritta che bloccò la nave, in sua sostituzione fu destinata la Tp Curtatone che però affondò su mine il giorno dopo mentre cercava di raggiungere il convoglio. Venne ordinato allora alla Tp Lupo di rilevare la mal messa Sirio e di scortare il convoglio fino a Creta.

Lo scontro

Il ritardo provocato dai problemi della Sirio, il disordine della formazione ( nessuna delle piccola nave era stata attrezzata minimamente per una navigazione così pericolosa, non vi era nemmeno una radio di bordo ) fecero si che la Lupo riuscisse a rintracciare il convoglio solo all'alba del 21. Il comandante della piccola nave italiana, Francesco Mimbelli, dopo aver spiegato con il megafono e con le bandiere gli ordini a tutte le barche cominciò la rotta per Creta che distava ancora 50 miglia, alle 07:15 tuttavia ricevette un messaggio che gli ordinava di fermarsi sul posto in attesa di nuovi ordini, che arrivarono "puntualmente" un'ora dopo: la torpediniera e il suo convoglio dovevano rientrare subito a Millo. Alle 11:00 arrivò un altro contrordine: si doveva arrivare a Creta alla massima velocità di formazione (anche lasciando indietro i pescherecci più lenti) e far sbarcare gli uomini nella mattinata del 22.

Perché questi continui contrordini? In quella mattinata un ricognitore aveva scoperto una formazione navale inglese che avrebbe tagliato ( involontariamente ) la strada al convoglio per cui fu deciso di sospendere l'azione; successivamente un altro ricognitore segnalò ( commettendo un errore ) che la formazione nemica aveva invertito la rotta, per cui sicuri di questa nuova informazione si decise di far riprendere la marcia per Creta alla Lupo e ai pescherecci. Le navi avvistate erano gli incrociatori Ajax, Orion, Dido e i Ct Hereward, Hasty, Janus, Kimberley al comando del contrammiraglio Irvine G. Glennie imbarcato sul Dido; una forza immensamente superiore alla solitaria Tp italiana.

Alle 22:33, mentre la Tp si trovava a circa 5 miglia a NNE di Capo Spada, una vedetta segnalò a circe 1200-1500 metri di distanza un Ct nemico sul lato di dritta; si trattava del Janus che aveva già scoperto il convoglio invertì subito la rotta, cosa che neutralizzò il lancio dei due siluri di dritta del Lupo che furono lanciati di poppa alle 22:34. Un minuto dopo veniva avvistato un incrociatore inglese e subito dopo le navi britanniche aprirono il fuoco, la torpediniera allora lanciò i due siluri rimasti contro l'incrociatore stimando la velocità in 20 nodi ( in realtà era di 28 nodi ) e ad una distanza giustamente valutata in 700 metri. Poi la Tp accostò a sinistra e iniziò il fuoco con tutte le armi di bordo, in quel frangente il tiro inglese fu molto preciso e la nave fu ripetutamente colpita da proiettili e da colpi di mitragliera che tuttavia non provocarono gravi danni ma uccisero 2 marinai ( sottocapo furiere Orazio Indelicato e il cannoniere P.M. Nicolò Moccole ) e ne ferirono 26. Mentre la Tp stava defilando a sinistra un secondo incrociatore, mai avvistato fino ad allora, le passò a pochi metri dalla poppa; la Tp Lupo, da quel momento definita "la nave più fortunata della flotta", approfittando della confusione che regnava in campo britannico riuscì a ritirarsi.

I siluri che la Lupo aveva lanciato contro il Dido mancarono il bersaglio per l'evidente errore di valutazione della velocità ma non andarono del tutto sprecati poiché esplosero molto vicino all'incrociatore Orion che lo seguiva provocando vari danni di lieve importanza e alcune deformazioni alla carena. L'Orion fu anche ripetutamente colpito dai proiettili da 40 mm del Dido che nella mischia sparò alcuni colpi contro il suo divisionario. Le navi inglesi ripresesi dalla sorpresa, grazie al radar, rintracciarono il convoglio e ben 10 barche furono affondate, tutte le altre sfuggite alle navi nemiche ritornarono in Grecia: circa 800 soldati tedeschi erano morti in questo fallito tentativo di sbarco.

Considerazioni

Per questa azione, il comandante della torpediniera italiana Francesco Mimbelli venne decorato con la Medaglia d'oro al valore militare. Viceversa il contrammiraglio Irvine G. Glennie andò incontro a molte critiche, questa volta le navi inglesi non avevano combattuto come al solito e sebbene avessero impedito lo sbarco dei piccoli pescherecci si erano fatte sfuggire una piccola torpediniera e per giunta l'Orion ebbe alcuni danni da un siluro esploso nelle vicinanze e da colpi sparati dal Dido; a sua discolpa va notato che la Lupo ricevette ben 18 colpi a bordo ma per un difetto al munizionamento soltanto tre esplosero.



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