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Prima Battaglia della Sirte

17 dicembre, 1941

Molti storici, soprattutto italiani, dividono il periodo di belligeranza nel mediterraneo in tre periodi contraddistinti da differenti battaglie per i convogli. I primi due periodi furono caratterizzati dall'intervento delle navi più pesanti della marina italiana, che risultò nella prima e seconda battaglia della Sirte. Durante la terza battaglia, le unità più pesanti della marina erano oramai relegata nella relativa sicurezza dei porti del nord d'Italia. Alla fine del 1941, il periodo più tragico per la Royal Navy nel Mediterraneo, le forze terrestri inglesi infissero una sconfitta fulminante alle forze dell'Asse in Libia occupando Bengasi.


R.N. Littorio.

Il 16 dicembre un convoglio Italiano partì da Napoli per poi essere rafforzato da ulteriori unità in Sicilia. La corazzata Duilio, gli incrociatori Aosta, Montecuccoli e Attendolo e pochi cacciatorpediniere costituivano la difesa principale, mentre un secondo gruppo costituito dalle corazzate Littorio, Doria e Cesare, gli incrociatori Trento e Gorizia e numerosi cacciatorpediniere provvedevano per una ulteriore protezione. La ragione per questo enorme gruppo di difesa va ricercato nella erronea identificazione di due navi da battaglia inglesi nel porto della Valletta a Malta. Il 17, un aereo della Lutwaffe identificò una formazione inglese proveniente da Alessandria in direzione di Malta. Una delle navi identificate, una nave da battaglia, era invece una petroliera.

In realtà entrambi la Regia Marina e la Royal Navy stavano semplicemente provvedendo a dei regolari servizi di scorta per dei convogli. Gli inglesi, per conto loro, stavano cercando di eseguire una manovra che premettesse un convoglio per e da Malta. Mentre il comandante inglese Ammiraglio Cunnigham prese una posizione difensiva, l'Ammiraglio Iachino decise di cercare uno scontro diretto.

La distanza tra i due gruppi, in aggiunta alle manovre difensive inglesi, non permetteranno alla flotta italiana di raggiungere gli inglesi prima dell'imbrunire. L'identificazione delle navi inglesi fu agevolata dalla presenza di fuoco antiaereo generato in risposta ad un attacco aereo italo-tedesco. La Littorio, a circa 32.000 metri, aprì il fuoco mentre gli inglesi, a causa della distanza, non potettero rispondere. L'ammiraglio Vian, al comando del gruppo inglese immediatamente levò una cortina fumogena organizzando una ritirata strategica. Gli inglesi ricevettero alcuni colpi diretti che però non causarono molti danni.

Tutti i convogli italiani raggiunsero i porti di destinazione, e gli inglesi, avendo entrato un settore minato dagli italiani, persero l'incrociatore Neptune ed il cacciatorpediniere Kandahar e subirono gravi danni all'incrociatore Aurora e Penelope. Finalmente, dopo alcuni mesi di operazioni, la Regia Marina fu in grado di concludere una operazione acquisendo una vittoria strategica che generò entusiasmo tra gli equipaggi. In oltre, la rotta per la Libia era finalmente riaperta.


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